"Berlusconi ineleggibile": sabato 23 marzo manifestazioni e presidi in tutta Italia

Roma. "Berlusconi ineleggibile", vale a dire: lotta dura, senza paura. Una lotta civile, pacata, eppure senza quartiere. Un sussulto d’orgoglio che manifesti una volta per tutte quel rifiuto di ogni intesa raggiunta sottobanco e quella volontà di legalità proprie della società civile democratica. Per una decisiva ricostruzione della statura morale dell’Italia, per esaltare i valori universali di giustizia e libertà, per voltare pagina, finalmente "100 città per la Costituzione e la legalità", questo il nome della serie di iniziative promosse da MicroMega e dal Comitato 23 marzo, che sabato prossimo vedrà manifestazioni e presidi in tante città d’Italia. A Roma l’appuntamento è alle 17 in piazza Santissimi Apostoli, dove si parlerà di conflitto di interessi e della necessità impellente di una nuova legge elettorale, dove verranno letti gli articoli della Costituzione e alcuni testi fondamentali della vita repubblicana dello stivale, e dove si metterà l’accento sulla legittima esigenza di applicare la Legge 361 del 1957, secondo cui Silvio Berlusconi è ineleggibile in Parlamento e dunque dovrebbe tornare ad essere un comune cittadino, senza alcun privilegio di impunità.
La manifestazione di piazza Santissimi Apostoli sarà parallela e contemporanea a quella voluta dal Cavaliere a piazza del Popolo, che invece sarà indirizzata, in sostanza, alla messa in discussione dell’indipendenza di alcuni esponenti della magistratura. "100 città per la Costituzione e la legalità" rappresenta quindi la replica più consona a Berlusconi e al PdL, che hanno ingaggiato battaglia con una parte della magistratura al fine di invalidare la sua legittimazione a svolgere funzioni ed esercitare poteri.
Dopo il clamoroso risultato – 230mila firme – dell’appello di MicroMega affinché le nuove Camere rispettino la Legge 361 del 1957 (agevolando perciò l’estromissione definitiva di Berlusconi dal Parlamento), la rivista di filosofia e politica diretta da Paolo Flores d’Arcais invita i singoli cittadini, i professori, gli studenti di tutti i movimenti e le sigle di lotta, i giornalisti di ogni testata, le associazioni, i partiti, ma pure gli eletti come deputati e senatori della Repubblica a scendere in piazza per palesare il bisogno più impellente di questa Italia d’inizio 2013: ovvero un cambiamento profondo, radicale.
Ai soggetti appena menzionati MicroMega chiede, nel senso compiutamente democratico e civile dell’auto–organizzazione, di pianificare in ogni città una iniziativa analoga a quella di Roma, mobilitandosi attraverso i social network, la posta elettronica, i siti web e i blog, e persino in tutte le occasioni che hanno di intervenire in una trasmissione radiofonica o televisiva. E con l’auspicio, inoltre, che ogni partecipante realizzi il suo cartello, concepisca i suoi slogan, promuova in questi giorni la manifestazione nelle scuole, nelle facoltà, nei luoghi di lavoro, magari anche con volantini autoprodotti.
Nel frattempo prosegue la raccolta di firme sul sito web di MicroMega, poiché moltiplicarle è un’arma democratica di riguardevole impatto, con cui ogni cittadino può esprimere la propria indignazione e superare, con schiettezza sanguigna, l’atteggiamento pilatesco assunto da alcuni partiti proprio in relazione alla faccenda attinente all’ineleggibilità del Cavaliere.
Insomma, si può fare. Non è il momento di storcere la bocca e continuare a galleggiare nello scetticismo. È il momento di crederci.

L'onda d'urto della cosiddetta "antipolitica"

Livorno. Son tutti bravi col senno di poi. In realtà nessuno poteva immaginare un esito così catastrofico per questa tornata elettorale. Beppe Grillo e il suo M5S non si sono abbattuti sul piccolo mondo antico della politica tradizionale come uno tsunami: è stato piuttosto un Armageddon, durante il quale l’ultima tromba del Dies irae ha parecchio squillato per i titani, vale a dire per PdL, Lega Nord, PD e UdC. E comunque, se per questi ultimi ha strombettato con terribile furia, per certe liste è stata addirittura l’estrema unzione.
Il successo di Beppe Grillo era prevedibile, è vero. Ma non in questa misura. Dal movimento dei grillini sono stati razziati – in proporzioni diverse a seconda della formazione bastonata – milioni di voti che un tempo premiavano la politica vecchio stampo. Del resto, le percentuali parlano chiaro. Anzi, invece di parlare, pare che strillino. Altro che aria fritta.
Alla Camera dei Deputati, in occasione delle elezioni politiche del 2008, Pdl e Lega Nord avevano riscosso rispettivamente il 37% e l’8%, mentre il PD si attestava al 33% e l’UdC al 5,6%. Nonostante l’eccezionale rimonta capitanata dal Cavaliere, nel 2013, alla Camera, il PdL e la Lega hanno raggiunto rispettivamente quota 21,6% e 4%.
Inoltre, il PD ha toccato il 25% e l’UdC l’1,8%. I numeri parlano da soli: l’emorragia di voti verso il movimento di Grillo, probabilmente causata dal così designato “sentimento dell’antipolitica”, ha messo al tappeto i pilastri della politica dello stivale, dimostrando un particolare accanimento nei confronti del centro e del centrodestra. Tutto ciò tenendo conto anche di uno scarto di affluenza in negativo del 5% tra il 2008 e il 2013.
Al Senato della Repubblica, nel 2008, il PdL e la Lega si posizionavano rispettivamente al 38% e all’8%, mentre il PD al 33,7%; nel 2013, il PdL ha raggiunto soltanto il 22%, la Lega il 4% e il PD il 27%. La stessa storia raccontata per la Camera, in soldoni.
Il M5S non ha risparmiato nessuno. Addirittura ci sono stati dei trombati eccellenti, come Gianfranco Fini e Antonio Di Pietro. E – almeno per ora, non si può mai dire – non entreranno in Parlamento nemmeno Antonio Ingroia di Rivoluzione Civile e Oscar Giannino di Fare per fermare il declino, tanto per citarne un  paio.
Insomma, l’Italia è un paese di santi, poeti, navigatori e commissari tecnici. Ma anche di venditori di fumo o di politologi da bar sport. Poiché la dispersione ha effettivamente penalizzato tutti. E non solo alcuni schieramenti.

Xool, la web agency amaranto

Livorno. La crisi economica non molla la presa, tuttavia qualche segnale positivo fa capolino. È il caso della rosa di imprese lanciata su Internet da Alessandro Cirinei e dal suo team di esperti, una rosa “made in Leghorn” eppure dal sapore internazionale, che a tutt’oggi dà lavoro a decine di livornesi e che è in espansione. Le società si chiamano Xool, Wickedin e Cityfan, e si muovono agilmente online spaziando nei settori più disparati, dalla progettazione e dallo sviluppo di strumenti di web marketing alle offerte di lavoro nonché alla compravendita di beni nuovi e usati.
«Dopo varie esperienze da manager a livello internazionale – racconta Cirinei – nel 2007 decisi di imboccare la strada dell’imprenditoria a Livorno. Con Massimiliano Pachetti, mio ex compagno di scuola all’Enriques, creammo Xool, società dedicata sia alla realizzazione di piattaforme web e applicazioni per smartphone, sia alla consulenza nel campo del “search engine marketing” e dei social media. Al team si aggiunsero poi Luigi Conte e Simone Danini, esperti del mondo dell’informatica. E fu così che iniziò la nostra avventura manageriale».
Oggi Xool è una web agency capace di supportare aziende e organizzazioni nello sfruttare al meglio le potenzialità di Internet e un punto di riferimento nel settore degli annunci web in virtù delle sue avanzate piattaforme tecnologiche. E, per queste sue peculiarità, vanta già clienti di prestigio, quali Adecco, Il Secolo XIX, General Electric Capital, Tre Italia e tanti altri.
Ma le menti di Xool non potevano fermarsi qui e hanno successivamente partorito altre realtà di successo. Una di queste è Wickedin, nata nel 2009, il cui workspace si trova nel cuore della zona Picchianti. Si tratta di un motore di ricerca dedicato agli annunci di vendita e alle offerte di lavoro, che sviluppa già oltre 1 milione di visite al mese ed è presente in ben 11 paesi, tra cui l’Inghilterra, la Spagna e la Francia. Di recente la sezione “moto” di Wickedin è entrata nel circuito di DueRuote, il celebre magazine motoristico edito da Domus.
Ma non basta: Xool è inoltre proprietaria di una quota di Cityfan, ossia una guida web in cui gli utenti possono cercare e pubblicare recensioni e condividere esperienze su ristoranti, pub e locali di tutta Italia. Cityfan, creata nel 2008 in tandem con un gruppo di imprenditori torinesi, ha la sede commerciale a Livorno ed è gestita da Federico Vasta, anche lui ex compagno di scuola di Cirinei. «Cityfan – spiega Vasta – è una piattaforma sofisticata e interattiva con Facebook. Di recente è stata integrata all’interno di Repubblica.it e, da qualche settimana, è diventata un canale dedicato per tutti i quotidiani di riferimento del Gruppo Espresso».
Xool ha infine acquisito anche una quota di Biancolavoro.it, sito di offerte di lavoro visitato da quasi 700mila utenti al mese e da poco andato online con veste grafica e piattaforma nuove di zecca firmate dai tecnici Xool.
«Quando tornai a Livorno – conclude Cirinei – ero davvero preoccupato per il mio futuro professionale. Oggi, a meno di 5 anni da allora, il nostro gruppo dà lavoro a decine di persone e può vantare clienti prestigiosi e progetti di respiro internazionale. Ma possiamo sempre fare meglio e di più».

I cattolici del PD: la città ha bisogno di nuove alleanze

Livorno. Alleanze politiche alternative per la crescita della città? Secondo una fetta del PD non solo sarebbero utili, ma necessarie. Venerdì pomeriggio folto pubblico alla CNA di Martin Luther King – circa un centinaio di persone – per il convegno "Perchè no? Prospettive per un’alleanza futura", organizzato dall’Associazione Quarta Fase dei Cattolici Democratici di Livorno e Provincia. Tra gli intervenuti, Fabio Del Nista, Ugo Boirivant, Paolo Rotelli, Cristiano Toncelli, Giovanni Cariddi Graziani, Giovanni Pardini, Davide Cecio, che hanno dibattuto su lavoro, sociale e portualità e, soprattutto, hanno iniziato a ragionare a proposito della necessità di stringere nuove alleanze politiche per garantire alla realtà territoriale livornese una governabilità stabile, efficiente ed efficace. Il “buon governo” come bersaglio da centrare, quindi, da concretizzare in virtù del superamento delle divisioni, che non consentono al territorio di crescere o di essere competitivo in quegli àmbiti in cui, invece, potrebbe distinguersi a livello internazionale, con particolare riferimento alle varie attività dello scalo labronico.
«In un momento nel quale trovare spunti di aggregazione alla politica è difficile – ha osservato Fabio Del Nista – abbiamo provato a vedere se riunivamo un po’ di gente. E non intorno al solito soggetto autorevole, ma intorno a noi, tra noi: e mi sembra che l’afflusso dell’iniziativa ci abbia dato ragione». «È oramai stucchevole – ha polemizzato – il confronto immobilizzante che si sta registrando nei livelli decisionali livornesi, così come è stucchevole il rincorrersi a sinistra per capire chi è più a sinistra». «A noi interessa – ha concluso – essere produttivi per la popolazione livornese, essere attrattivi per gli investimenti, essere capaci di decidere che cosa si deve fare in termini di porto, energia, innovazione. Occorrono decisioni: se, in questa città e in questa provincia, le alleanze che dovrebbero determinare decisioni, ad ora, non sono state in grado di farlo, probabilmente è tempo di cominciare a cercare qualche forma di alleanza diversa, che non rincorra obbligatoriamente tutto a sinistra, ma che rincorra il “fare”».

Emin Boztepe, un numero uno a Livorno

Livorno. Restate in zona, ragazzi: non avete ancora visto niente. Perché arriva a Livorno il re del wing tzun Emin Boztepe, artista marziale turco di fama mondiale. Dotato d’altissimo livello tecnico e d’istinto e forza fisica proverbiali, tali da generare un’aura di leggenda intorno a sé. Sarà in città il 20 e il 21 febbraio, per uno stage che si svolgerà alla palestra Green Dragon di via di Popogna in due tempi: venerdì il corso di perfezionamento sarà rivolto soltanto ai membri dell’organizzazione da lui fondata (la Ebmas), mentre sabato potranno beneficiare dei suoi insegnamenti anche studenti, esaminandi e artisti marziali d’altre discipline.
Classe 1962, Emin Boztepe si trasferì da piccolo in Germania con la famiglia. Per via del suo eritage turco, era continuamente bersagliato da insulti razzistici, che spesso sfociavano in abuso fisico. Difendersi divenne assolutamente necessario. Così, a 14 anni, iniziò la carriera di Sifu Emin (“sifu” significa “maestro–padre”) nel campo delle arti marziali. Taekwondo, shotokan, muay thai, lotta libera turca, box, wing tzun leung ting system e pmas escrima latosa system: questo il suo curriculum marziale, da paura. Allievo di Keith Kernspecht – capoistruttore dell’Organizzazione Europea di wing tzun e, a sua volta, allievo più anziano del gran maestro Leung Ting – negli anni ‘90 Boztepe fu inviato a diffondere il wing tzun negli USA, in Canada e in Messico, dimostrando già allora d’avere non una, ma una decina di marce in più rispetto alla media. Dopo alcune controversie con la federazione presieduta da Kernspecht, nel 2001 dette vita all’Ebmas wing tzun (Ebmas è l’acronimo di Emin Boztepe martial arts system), suo personale sistema d’approccio al wing tzun. Nel quale le varie tecniche, per un discorso d’evoluzione sostenibile, iniziavano a venire costantemente studiate e migliorate da lui stesso. Va da sé che, con la nascita dell’Ebmas wing tzun, Boztepe sentisse l’esigenza di fondare una sua federazione: perciò vide la luce la Ebmas, che oggi vanta circa 40 scuole in oltre 30 paesi. Attualmente Sifu Emin vive e insegna l’Ebmas wing tzun negli States. Ha allenato numerosi corpi d’élite dell’esercito e della polizia, come il 4° Battaglione di ricognizione del corpo dei Marines degli USA e l’Hostage Rescue Team dell’FBI, cioè la squadra di recupero ostaggi. Inoltre gira il mondo per seminari: oltre che negli Stati Uniti, è richiestissimo in Europa, nei paesi dell’Est, in Canada, in Sud America e in India. Quando non si allena per 4 ore al giorno oppure quando non insegna, lavora alla sua carriera d’attore in pellicole d’azione girate in USA e in Europa. Ultimi ma non ultimi: risaputi sono il suo caratteristico buonumore e l’energia inesauribile.
È lecito chiedersi: Boztepe è dunque un mito? E l’Ebmas wing tzun è davvero efficace? Per saperlo, non resta che interrogarci su quale sia la percezione degli addetti ai lavori circa Sifu Emin e l’arte marziale da lui rielaborata. Abbiamo quindi chiamato in causa il livornese Damiano Morelli, istruttore del wing tzun targato Ebmas presso la palestra Colosseum di via dei Bagnetti, marzialista tra i più preparati della nostra penisola, che vanta un curriculum di karate, judo, boxe e wing tzun spalmati lungo oltre vent’anni d’attività. «Prima di prendere parte a uno dei suoi seminari – ci ha confidato Morelli – in verità credevo che Sifu Emin fosse stato mitizzato. Verso la metà degli anni ‘90 partecipai a un suo stage: ebbene, ciò che dicevano sul suo conto era vero. Boztepe è un artista marziale eccezionale. Avendo avuto la possibilità di conoscerlo anche al di fuori delle ore di lezione, ho potuto inoltre apprezzarlo anche dal punto di vista umano. Infatti ai seminari seguono sempre cene aperte a tutti, nel corso delle quali il divertimento è assicurato». «L’Ebmas wing tzun – ci ha poi spiegato – è un sistema di difesa personale puro, nel senso che non è stato creato osservando le altre arti marziali, imitandone le tecniche. Si tratta d’un sistema originale, creato centinaia d’anni fa e reso attuale grazie alle teorie fisiche, geometriche e matematiche su cui si basano le sue tecniche di combattimento, che sono lineari, logiche, intelligenti, raffinate e semplici. È una forma di difesa personale nella quale la forza non rappresenta l’elemento determinante. Perché si tratta d’una disciplina rivolta a un pubblico eterogeneo per età, sesso e peso. Un istruttore Ebmas deve insegnare a chiunque come affrontare con sicurezza psicologica e fisica le diverse sfumature legate a un’aggressione».

NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili.

Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta. Per saperne di piu'

Approvo