Arrivarono anche i «giapponesi»

Livorno. Possibile che alla liberazione del territorio livornese abbiano partecipato anche dei reparti «nipponici»? Possibilissimo, anzi vero. Anche se, scavando nel passato, l’ipotesi si direbbe poco plausibile. Infatti, a ridosso dell’attacco giapponese contro Pearl Harbour, la comunità nippo-americana iniziò ad essere guardata con forte sospetto dal governo statunitense. Furono pertanto creati i cosiddetti «relocation centers», dove molte «potenziali spie» al servizio del Giappone vennero - e non è un’esagerazione - internate. Questo per quanto riguarda i «Nisei» (così venivano chiamati comunemente i nippo-americani), che risiedevano sul continente. La storia della comunità hawaiana fu invece molto diversa. Per questi ultimi non si aprirono le porte dei relocation centers, onde evitare il rischio d’un grave contraccolpo economico che avrebbe messo in ginocchio l’arcipelago delle Hawaii, già duramente provato dal conflitto. Ma si decise di non isolarli anche per via della loro fedeltà alla causa americana, dimostrata nel prodigarsi con generosità nella ricostruzione della storica tabula rasa datata 8 dicembre 1941. Così facendo, essi ispirarono nel governo USA una tale fiducia che fu deciso di creare il «100th Battalion», costituito da nippo-americani delle Hawaii e, successivamente, aggregato alla prestigiosa «34th Infantry Division» (la mitica «Red Bull Division»).
Oggetto di ricerche. «L’idea d’approfondire l’argomento dei Nisei - spiega Lorenzo Malevolti, classe 1976, dottore in storia contemporanea e autore della ricerca - è nata casualmente. Infatti, durante la preparazione della mia tesi di laurea, ho dovuto «battere» tutte le località della provincia livornese per ricercare documentazione inerente i monumenti ai caduti della Seconda Guerra Mondiale. Ed è proprio in questa occasione che, intervistando un signore ottantenne di Castellina Marittima, è venuta fuori la notizia dell’arrivo in paese di «cinesi» - o presunti tali - nel giugno del ‘44». Difatti il battesimo del fuoco per il 100th avvenne proprio in Italia nel ‘43, nei pressi di Salerno. Parallelamente, sulla base del valore dimostrato dai Nisei in battaglia, gli stratega americani decisero di dar vita al «442nd Regimental Combat Team»: formazione composta da nippo-americani del continente, anch’essa successivamente aggregata alla 34th e, di conseguenza, affiancata al 100th.
I protagonisti. «Incuriosito dalla testimonianza di quel signore di Castellina - continua Lorenzo - iniziai a far ricerche, soprattutto su Internet. Ovviamente scoprii che non si trattava di «cinesi», ma di nippo-americani che combattevano tra le fila dell’esercito degli Stati Uniti. Navigando su siti ad hoc e contattando persone tramite e-mail, ho ottenuto informazioni molto capillari, addirittura inerenti singoli personaggi - come il sergente Yukio Okutsu o il soldato William Nakamura, entrambi insigniti della «Medal of Honor» - e le loro eroiche imprese sui campi di battaglia livornesi».
La battaglia di Suvereto. Già, perché l’unione delle due unità (il 100th e il 442nd), inizialmente minata dalla vecchia rivalità tra hawaiani e nippo-americani continentali, produsse risultati eccezionali, al di là d’ogni previsione; risultati che, come sempre accade quando si combatte fianco a fianco, finirono per cancellare ogni attrito tra le due divisioni. Le grandi battaglie in terra labronica che videro schierati i Nisei da una parte e le temibili SS «reichsfuhrer» dall’altra, si ebbero il 26 giugno del ‘44 nelle immediate vicinanze di Suvereto (obbiettivo la collina di Belvedere, che permetteva di controllare la strada tra Sassetta e Castagneto Carducci) e, nella prima metà di luglio, a Castellina Marittima (obbiettivo la «Hill 140», ossia il colle sul quale sorge il paese). Entrambe le colline, grazie al coraggio ed alle capacità dei Nisei, furono strappate al nemico, anche se a caro prezzo.
In marcia verso Livorno. Poi, sia il 100th che il 442nd proseguirono verso Livorno, dove però non presero direttamente parte alla conquista della città. Tuttavia il 18 luglio del 1944 il 100th Battalion ebbe l’onore d’essere la prima unità alleata ad entrare in città: una sorta di riconoscimento che verrà ufficializzato poco più tardi in forma solenne a Vada, quando il generale Clark Wayne decorerà la bandiera del 100th con la «Presidential Unit Citation».
La storia su Internet. Per coloro che volessero approfondire questi argomenti, sono consigliati i siti Internet: «www.goforbroke.org» (fondazione culturale nippo-americana), «www.javadc.org» (Japanese American Veteran's Association) e «www.442nd.com» (sito del film sulle gesta del 442nd).

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