Filosofia, non psicofarmaci

Arezzo. La psicoterapia è viva e vegeta e lotta insieme a noi in quel di Arezzo. Già, perché Arezzo ospita il Centro di Terapia Strategica diretto dal professor Giorgio Nardone, brillante professionista che, nel campo della psicoterapia, è tra i luminari che dettano le regole a livello mondiale. Infatti il CTS aretino – che quest’anno ha spento la sua ventesima candelina – vanta studi affiliati in tutto lo stivale, in Europa e negli USA. Istituto di ricerca, training e attività clinica, in vent’anni, grazie all’applicazione del suo rigoroso metodo di ricerca empirico-sperimentale, ha ottenuto riconoscimenti in ogni angolo del globo. Sede della scuola di comunicazione e problem solving strategico, ma soprattutto della scuola di specializzazione in psicoterapia breve strategica (tra l’altro riconosciuta in àmbito ministeriale dal MIUR), il CTS ha dato alla psicoterapia un contributo scientifico tale da essere considerato alla stregua d’una vera e propria “scuola di pensiero”, tuttora seguita da centinaia di psicoterapeuti e professionisti della formazione, della consulenza e della comunicazione manageriale. “Scuola di pensiero”? Certo, perché il CTS di Arezzo, effervescente crocevia di studenti, ricercatori e scienziati, rappresenta sia la tradizione che l’evoluzione del modello della scuola californiana di Palo Alto.
Qui Palo Alto, California. Laureato in filosofia della scienza, Giorgio Nardone, spinto dal pungolo della conoscenza nell’àmbito della psicologia clinica e dei vari modelli di psicoterapia, nei primi anni ‘80 approdò al Mental Research Institute di Palo Alto, in California. Là si prese una cotta per il modello di problem solving della scuola di Palo Alto che, piuttosto che muoversi dalla tradizione della psichiatria o della medicina, al fine d’affrontare e risolvere i problemi delle persone a livello individuale e relazionale, prendeva le mosse dai fondamenti della logica, dell’antropologia, della filosofia e dello studio della comunicazione. In seguito, tornato in Italia, Nardone si specializzò in psicologia, nel contempo continuando a fare tappa ogni anno in California per affinare i propri studi. Terminati questi ultimi, iniziò a mettere in pratica le sue conoscenze in merito al modello della scuola di Palo Alto, pur adattandole al contesto italiano. In quegli anni densi di sperimentazione e ricerche iniziò a collaborare col geniale teorico della comunicazione e grande psicologo Paul Watzlawick, fuoriclasse del Mental Research Institute di Palo Alto. Collaborazione che portò, nel 1987, a fondare il Centro di Terapia Strategica nella città di Arezzo.
Psicofarmaci? No, grazie. «La terapia breve strategica – sostiene Nardone – ha rappresentato una sorta di rivoluzione copernicana nel settore della psicoterapia, orientando l’intervento terapeutico verso l’effettiva e rapida soluzione delle problematiche presentate dai pazienti. Anche se i problemi e le sofferenze umane possono essere molto persistenti, non necessariamente richiedono soluzioni complicate e prolungate nel tempo. E i risultati che abbiamo ottenuto in questi anni dimostrano che è possibile risolvere velocemente ed efficacemente la maggior parte delle patologie psicologiche». Infatti, su un campione di 3.640 casi trattati in 10 anni dal gruppo di ricerca del CTS (un campione comprendente vari disturbi psicologici), ben l’86% di questi – con punte del 95% – è stato risolto col completo superamento del disagio del paziente attraverso un trattamento di durata media pari a sole 7 sedute. Risultati raggiunti – questi ultimi – senza l’ausilio d’alcun tipo di farmaco. E ben 18 sono i libri pubblicati e tradotti in molte lingue che, riferendosi ai frutti delle attività svolte presso il centro, testimoniano la validità della terapia strategica. Insomma, di fatto la psicoterapia breve strategica ha fatto centro. E tuttavia Nardone ammette di averne ancora di strada da percorrere: «L’obbiettivo costante delle ricerche in corso è lo sviluppo di modelli di psicoterapia breve sempre più efficaci, ripetibili e trasmissibili».
L’arte dello stratagemma. Giorgio Nardone, che è anche docente di tecnica di psicoterapia breve presso la scuola di specializzazione in psicologia clinica dell’Università di Siena, oggi è riconosciuto in tutto il mondo come uno dei più creativi terapeuti in attività nonché come l’esponente di maggior rilievo tra i ricercatori della scuola di Palo Alto. Le sue ricerche in campo clinico hanno condotto alla messa a punto d’innovativi quanto efficaci modelli di terapia breve specifici per particolari forme di patologie, come gli attacchi di panico, i disturbi fobico-ossessivi e i disordini alimentari. Ma, alla fin fine, come funziona la “terapia breve strategica”? Le origini dell’approccio strategico risiedono nelle arti antiche (dalla retorica dei sofisti greci all’arte dello stratagemma cinese), che consentivano di risolvere situazioni all’apparenza irrisolvibili mediante l’uso di semplici stratagemmi e modi di comunicare persuasivi. «La terapia strategica – spiega Nardone – è un intervento breve e focale orientato da una parte verso l’estinzione dei sintomi e dall’altra verso la ristrutturazione della percezione che la persona ha di sé, degli altri e del mondo. Perché se si cambia la percezione d’un fenomeno, si cambia anche la reazione che questo innesca. E la percezione viene cambiata attraverso esperienze concrete fatte sperimentare, dapprima mediante stratagemmi terapeutici e poi gradatamente in modo sempre più consapevole, fino al punto in cui la persona è in grado di guardare in faccia il proprio problema». Un esempio? Gli attacchi di panico: all’inizio viene dato al paziente un “diario di bordo” sul quale, durante la crisi d’ansia, dovrà annotare nei dettagli la situazione in cui si verifica, quello che sente e quali sono le reazioni. Così si inizia a distogliere la sua attenzione dal problema e lo si aiuta a percepire la realtà in modo diverso. Quindi gli si chiede di concentrarsi su tutto ciò che di terrificante gli può capitare secondo le sue “peggiori fantasie”. La reazione conseguente obbedisce all’“effetto paradosso”, che porta a un progressivo allontanamento dell’ansia. In altre parole: calandosi nel peggior scenario possibile, la paura lentamente svanisce.
Il congresso. Un tour de force di 5 giorni all’insegna della psicologia, aperto agli addetti ai lavori e non solo. Si tratta della 3ª Conferenza Europea di Terapia Breve Strategica e Sistemica dal titolo “I modelli europei della terapia breve – Indagare, indurre, ingiungere”, che si terrà dal 7 all’11 novembre presso il Centro Affari e Convegni di via Spallanzani, ad Arezzo (info: www.bsst.org). Dedicato al celebre luminare Paul Watzlawick, il simposio, giunto alla sua terza edizione e patrocinato dall’Ordine Nazionale degli Psicologi e dei Medici, è ormai diventato un appuntamento clou per la presentazione dei modelli di intervento e delle ricerche nei settori della psicoterapia e della comunicazione. Durante il convegno, rendez-vous dei massimi esperti di psicoterapia breve a livello mondiale, si parlerà delle più evolute tecniche terapeutiche nelle tre principali fasi della terapia (ossia la diagnosi, il colloquio clinico, la prescrizione terapeutica) e dei metodi delle ricerche maggiormente innovative. Un’intera sessione verrà inoltre dedicata ad àmbiti non esclusivamente clinici, vale a dire il sociale, la scuola e il management. Oltre a Giorgio Nardone, coordinatore della conferenza, interverranno Alessandro Salvini, Camillo Loriedo, Enrico Molinari, Guglielmo Gulotta, Gunther Schmidt, Jean Jacques Wittezaele, Mony Elkaim, Pio E. Ricci Bitti, Wendel Ray, Saulo Sirigatti, Stefan Geyerhofer e Teresa Garcia. Gli interventi del simposio saranno dedicati alle applicazioni del modello di terapia breve strategica in àmbito clinico (fobie, ansia, attacchi di panico, anoressia, bulimia, depressione, disagi di ordine psicologico e relazionale), così come nelle realtà aziendali, nei contesti educativi, nel mondo finanziario, nelle strutture sanitarie e nelle organizzazioni militari e sportive. Tout court, un convegno rivolto a tutti quelli che vogliono fare della comunicazione una risorsa doc, spendibile nel quotidiano.

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