Il dj che fa ballare il mondo

Livorno. Nell’arena impregnata di nebbiolina artificiale, da qualche parte in Australia o in Germania o in Giappone, mentre il flusso della techno attraversa mente e corpo, il vocalist di turno annuncia il nome del virtuoso in consolle e la pista raggiunge l’apoteosi: al mixer c’è Mario Più, uno tra i più acclamati dj del mondo. Dotato di creatività e intuito, oggi il livornese Mario Più è anche produttore, remixer nonché A & R (insieme al collega Joy Kitikonti) della techno-label BXR, etichetta che anni fa fondò insieme all’amico Mauro Picotto. Una stella discografica dal sound innovativo che fa parte della galassia Media Records, la società fondata a Brescia da Gianfranco Bortolotti, che si è imposta sulla scena mondiale (ha al suo attivo oltre un centinaio di dischi d’oro e di platino) come realtà discografica indipendente. Oggi la Media Records ha succursali in Usa, Inghilterra, Germania, Spagna, Francia, Danimarca e Paesi Bassi. Tra i suoi artisti, tanto per citarne alcuni, More, Gigi D’Agostino e Massimo Cominotto, altri indiscussi protagonisti dell’entertainment.
Gli esordi. All’anagrafe Mario Piperno, nato a Livorno il 26 agosto del 1965, Mario Più ha iniziato la carriera di disc-jockey professionista da giovanissimo, verso la fine degli anni Ottanta. I primi dischi - house music con qualche contaminazione techno Detroit - furono posati, grazie a Raul Giovannoni e Carlo Magni, sui piatti della Barcaccina di Vada. In seguito, tappa da patron Guidi, presso le Spianate di Castiglioncello. Ma soltanto più tardi, a Tirrenia, Mario ebbe l’occasione di farsi conoscere ed apprezzare dal popolo della notte: la discoteca era il Club Imperiale di Roberto Pannocchia, la persona che lo battezzò col fortunatissimo pseudonimo di Mario Più. Poi l’approdo, insieme ai colleghi Francesco Farfa e Miki, all’Insomnia di Ponsacco, locale simbolo degli anni Novanta. Insomma, Mario appartiene a quel movimento di dj e musicisti che hanno cambiato le notti di tendenza del nostro paese a partire da una regione, la Toscana, che ha contribuito all’affermazione della techno in Italia.
La musica. «La musica - osserva Mario - è un linguaggio universale che unisce come un filo sottile i ragazzi di tutto il pianeta. I quali, cosa stupefacente, riescono a provare le stesse emozioni, indipendentemente che siano australiani oppure finlandesi o altro. Credo sia questo il segreto: rendere comprensibile a tutti il proprio messaggio». E aggiunge: «II mio genere? Cerco di sperimentare per reinventare, per cercare un linguaggio nuovo, anche se le mie radici rimangono la techno e l’elettronica. Comunque non amo le etichette; diciamo che mi impegno per produrre dischi che, in generale, possano trasmettere energia».
Vita da producer. Da molti anni Mario Più è uno degli artisti di spicco della Media Records. Il suo primo lavoro come producer, cioè «The big man have a dream», fu tuttavia stampato su un’altra label, la Interactive. La prima vera hit è stata «Mas experience», proprio su etichetta BXR/Media Records. Da allora, decine e decine sono state le produzioni cui ha partecipato a vario titolo, alle quali ha lasciato la sua impronta talvolta melodica, talora carica di ritmo travolgente. La consacrazione definitiva a livello mondiale è comunque arrivata nel 1999 con «Communication/Somebody answers the phone», brano costruito sulle interferenze dei telefoni cellulari, che ha raggiunto il 5° posto nella «Top 75 Singles Sales Chart» inglese in virtù delle 200.000 copie vendute nel solo Regno Unito (800.000 circa in tutto il mondo). Sulla scia d’un tale successo, nel 2001 è entrato al 54° posto della «Dj Mag’s Top 100». E in Inghilterra, per la sua vena creativa, è stato soprannominato addirittura il «Fatboy Slim Italiano». Con il singolo «Devotion/Once upon a time in the West», ha ripreso ad hoc persino un classico di Ennio Morricone, mentre «The Vision», pezzo del 2002 che ha sconvolto tutti i dancefloors mondiali, è stato suonato da Judge Jules, Pete Tong e Dave Pearce su Radio One e nei loro set.
In famiglia. In «Communication/Somebody answers the phone» (così come in diversi hit-singles del deejay) a cantare è More, altra punta di diamante della scuderia Media Records nonché moglie di Mario. Un sodalizio che sta dando splendidi frutti: «Di recente - racconta Mario - ho avuto la più bella produzione della mia vita: mia figlia Ginevra. Sono felicissimo. Il mio ultimo disco è proprio dedicato a lei e si intitola «Incanto per Ginevra». Ma l’amore per il mixer pare sia inscritto nel dna dei Piperno: infatti anche Davide (in arte David Lead), fratello più giovane di Mario, è un dj di talento che, proprio adesso, si sta cimentando in varie produzioni musicali.
Il segreto del successo. «Diventare Mario Più - confessa - non è stato semplice. Ma con le dovute capacità e un pizzico di fortuna ci si può riuscire. Inoltre, anche trovarsi al posto giusto nel momento giusto aiuta; ma in un frangente del genere si deve assolutamente saper cogliere l’attimo. E, comunque, bisogna spesso essere pronti a tirare fuori gli artigli e i denti. In tutta sincerità, devo dire che sono emerso proprio all’alba delle nuove tendenze musicali, vale a dire l’house music e i suoi derivati; fattore che ha agevolato me così come altri djs nati in quel periodo». «L’importante - prosegue - è non cambiare mai atteggiamento nei confronti della gente, ma restare sempre umili e disponibili anche all’apice del successo. Perché è proprio il pubblico che ti spedisce sull’Olimpo e altrettanto velocemente ti disintegra se si accorge che ti sei montato la testa, magari se snobbi un autografo o un saluto: il segreto sta nel conservare sempre l’umiltà».
Il progetto. Mario Più fa parte del Metempsicosi, team di techno-stars indipendenti, nel quale figurano anche Joy Kitikonti, Sandro Vibot, Ricky Le Roy, Franchino e Zicky: non una semplice agenzia per organizzare serate in tutto il globo, ma un progetto ad hoc basato su comunanza di idee, sound e amicizia. Grazie ad una tale granitica organizzazione, Mario, dopo aver suonato in tutti i locali italiani più in voga, vale a dire Jaiss, Aida, Ecu, Embassy, BXR, Satoshi e Matrix (discoteca - quest’ultima - della quale è socio insieme ai colleghi del Metempsicosi), viene oggi ospitato dai club più prestigiosi d’Europa e del mondo: e cioè all’Arc di New York, al Privilege di Ibiza, al Temple di Dublino, all’U60 di Francoforte, al Passion e allo Slinky, entrambi in Gran Bretagna. È oltretutto un dj del Roadster Gatecrasher, quindi sempre in tour in Malesia, Giappone, Stati Uniti, Canada, Sud America e Australia. «Ho suonato in quasi tutti gli angoli della Terra - dice Mario - ma devo ammettere che il pubblico maggiormente aperto a sonorità particolari è di sicuro quello sudamericano. La Colombia, per esempio, è la nazione dove mi sono sempre divertito, forse perché la folla è composta in maggioranza da belle donne: ma, mi raccomando, non lo dite a mia moglie». Al momento, oltre a toccare altre locations internazionali, Mario Più è di scena al Jaiss di Empoli ed al Matrix di Brescia in qualità di deejay resident «one night a month».

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