Introduzione a "Noi cugi"

(tratto dal libro di satira e umorismo "Noi cugi") 

 

In vendita qui: https://www.amazon.it/cugi-eravamo-Livorno-negli-Ottanta/dp/886438474X


 
Strónzoli si nasce. E noi due, Alessandro ed io, modestamente li nascemmo. Non siamo cattivi: è che ci hanno evacuati così. Eppure ciò non ci ha impedito – nonostante lo squallore della Renault 5 GT Turbo rossa, degli stivali Camperos e del bomber jacket fintamente double–face (un giacchetto orripilante, specie se indossato dal verso color arancione) – di passare ai posteri come due tra i più gloriosi e leggendari “cugi” degli anni Ottanta.
Al momento stiamo scrivendo in quel luogo ove sin dall’alba dei tempi gli uomini d’ingegno dotati furon sedotti dal fascino morboso dell’ispirazione, ovvero colà dove si producono quelle allegre distrazioni fisiologiche meglio note come caàte. Trattasi di prosaiche testimonianze d’un mondo antico e per certi versi primitivo – il decennio dell’“edonismo reaganiano”, com’è stato chiamato da chi se ne intende – che riecheggiano degli usi e dei costumi giovanili d’una generazione oramai alla frutta e rammentano che quei momenti non erano poi così male. Momenti in cui il buon gusto sembrava essersi preso un decennio sabbatico: e ciononostante appare adesso plausibile che il vivere d’allora – pur essendo meno spolverato da quella tecnologia che oggi ha senza dubbio migliorato (e, in parte, condizionato) il nostro quotidiano – era di fatto un po’ più divertente, ancorché ricolmo di pacchiani e trogloditici sollazzi.

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Le scampagnate primaverili

(tratto dal libro di satira e umorismo "Noi cugi") 
 
 
Chi siamo? Da dove veniamo? E perché siamo qui? Qual è la natura del nostro cammino? Dove ci sta portando? Siamo delle stringhe di neuroni? O delle caàte semiliquide? Rosso di sera, ergo non si tromba? E qual è l’anello mancante tra il cugi Erectus e l’Homo cùgiens? Risiedono forse nel mito le cronache della preistoria cugésca? Ma soprattutto: chi ha finito il Fernet-Branca? Quesiti complessi, questi, sopra i quali i cugi dormono preoccupatissimi ogni notte e che sono soliti affidare alla scienza e alla religione, senza realizzare che viceversa potrebbero trovare risposta in seno alla rivoluzionaria teoria elaborata da una équipe di eminenti scienziati di Castellammare di Stabia. Secondo i quali la razza cugésca sarebbe null’altro che l’ibrida discendenza d’una specie extraterrestre proveniente dal pianeta Saturnino, sito nella Galassia di Menelìk: sarebbe a dire la tribù delle Cappelle Flambé, esseri intelligentissimi dal corpo di capra, la coda di serpente e la testa di cazzo. Considerando tuttavia il tradizionale deficit cerebrale del cugi (che dire infatti delle nottate trascorse a redigere listati chilometrici sul Commodore 64 solo per vedere comparire “ciao!” oppure “pùppamelo!” sullo schermo?), non deve destare meraviglia il fatto – e lo diciamo con tutto l’amore del mondo – che la “Teoria delle Cappelle Flambé” sia troppo arzigogolata per poter essere presa in considerazione dalla specie cugésca. Ma ora, cari lettori, dobbiamo informarvi che ci scappa di tornare a trattare d’argomenti a localizzazione terrestre...

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