Il fumo uccide

Quel che segue è operetta di pura fantasia. Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è parecchio casuale. C’era una volta il Ministro della Salute Parapaponzi, persuaso di preservare la salute dei cittadini della stupenda Repubblica Democratica di Brasilia con l’ausilio d’illuminanti spot pubblicitari del tipo “Il fumo uccide”. E c’era una volta, sempre nella fantasmagorica Brasilia, anche un bravo ragazzaccio di nome Narziss. Uno come tanti. Ma che, non come tanti, a soli vent’anni iniziò ad accusare dei dolori lancinanti alle gambe. Il suo compassionevole medico curante, tal dottor Goldmund, minimizzò: «Quante storie per una sciatica! Prendi questi antidolorifici e, quando puoi, fai del movimento, magari un po’ di jogging: vedrai che ti passa». Fortuna che Narziss, rigido quanto un rigor mortis, preferì non fidarsi. Difatti la risonanza magnetica svelò un’ernia discale tra la quinta vertebra lombare e la prima sacrale, oltretutto grossa come un testicolo asinino. Alla fine Narziss andò sotto i ferri. E una. Poi, toccò a suo padre. Che, di punto in bianco, decise un giorno di farsi un bell’elettrocardiogramma. Purtroppo il cardiologo espresse delle perplessità sull’esito dell’esame. Perplessità che il babbo di Narziss riferì tosto al saccente dottor Goldmund. Il quale, dopo avergli auscultato il cuore e commentato con allegria la professionalità dello specialista anzidetto, ridimensionò il tutto con “intellegentia” professorale: «Macché disfunzione! Stia tranquillo: non ha niente». Un mese dopo, il dottor Goldmund dovette ricredersi e far ricoverare d’urgenza il padre di Narziss in ospedale per insufficienza mitralica e fibrillazione atriale. L’intervento chirurgico fu inevitabile: costole segate, valvuloplastica mitralica, applicazione dell’anello nel pericardio. E due. Infine, sua madre. Una piacente signora mediterranea che, sin da giovane, aveva sofferto d’opprimenti problemi a livello osseo ed articolare. Osteoporosi, ernia cervicale, lombosciatalgie: un calvario. A sessant’anni passati, la mamma di Narziss dovette sorbirsi l’ennesima gagliarda iniezione di fiducia del dottor Goldmund: «Non si preoccupi: dopo questa cura, il suo nervo sciatico non le darà più fastidio». Peccato che la scintigrafia ossea, poco più tardi, rivelò un plasmocitoma malanno per il quale ogni considerazione è superflua. Dunque seguirono la radioterapia e, a ruota, la chemioterapia. Ma è possibile che al dottor Goldmund, considerata l’età della donna e la sua marcata predisposizione a determinate patologie, non sia mai venuto in mente di sottoporla ad esami specialistici preventivi? Insomma: e tre. Patetico? No, soltanto possibile. Possibile finché il male non viene estirpato alla radice. Volere il bene non vuol dire conseguirlo; le buone intenzioni – è noto – lastricano gli inferi. Informare il cittadino su come tutelare la propria salute è cosa buona. Ma, talora, lo si dovrebbe altresì preservare dal pericoloso pressapochismo di certi medici. Poiché, come recitano gli spot pubblicitari sui pacchetti di sigarette: “Il fumo uccide”. Ma non solo il fumo.

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