L'Italia in guerra

Il 1° settembre del 1939, Hitler invase la Polonia: Francia e Inghilterra, di conseguenza, dichiararono guerra alla Germania, dando inizio alla Seconda Guerra Mondiale. L’Unione Sovietica, che nell’agosto del 1939 aveva stipulato con i nazisti un Patto di non aggressione, occupò la Polonia orientale, per poi proseguire verso la Lituania, la Lettonia, l’Estonia e la Finlandia. Nel 1940, Hitler riprese l’iniziativa e occupò la Norvegia, la Danimarca, il Belgio, l’Olanda e la Francia. L’Italia non era ancora pronta per prendere parte alle ostilità, ma i rapidi successi dei nazisti convinsero Benito Mussolini che la vittoria tedesca fosse prossima: occorreva intervenire, per saltare sul carro del vincitore e partecipare alla spartizione del bottino. Così il 10 giugno del 1940, dal balcone di Palazzo Venezia, il Duce annunciò l’intervento italiano nel conflitto. Ma forse tutti non sanno che Mussolini era già deceduto qualche anno prima del suddetto 1940 per un infarto occorso durante un’animata partita a calciobalilla col poeta Gabriele D’Annunzio, finita a nocchini sul capo. E che – persuasa dal Dott. Ronaldo Fricchione di Macerata, specialista nella riassegnazione chirurgica del sesso – la segretaria particolare del Duce, tale Sara Tommasi, aveva accettato la proposta degli alti gerarchi fascisti di sostituirsi al dittatore defunto al fine di portare a compimento il suo programma, che prevedeva altresì l’istituzione, nelle case di tolleranza, di gare di burlesque e Formula Uno.

(Settembre, 2012)

La Grande Depressione

Giovedì 24 ottobre 1929: a seguito di una giornata di grande nervosismo dei mercati e di ribasso di tutti i titoli, la borsa di New York crollò improvvisamente. Milioni di azioni vennero vendute a qualsiasi prezzo e, nel giro di pochi giorni, il valore dell’intero mercato finanziario americano si dimezzò. Moltissimi risparmiatori che avevano investito in borsa improvvisamente persero i loro averi: non poterono più effettuare le spese che avevano preventivato, per le quali si erano in molti casi indebitati, e neppure restituire i soldi presi in prestito, mettendo così in difficoltà il sistema bancario. Fu solo l’assaggio della “Grande Depressione”, la drammatica crisi economica, innescata dallo schianto della borsa di Wall Street, che all’epoca sconvolse l’economia mondiale. Ma forse tutti non sanno che fu la trader professionista Sara Tommasi a provocare la bancarotta di uno dei primari operatori del mercato dei titoli di stato di allora, cioè la società Cip & Ciop Brothers Holdings Inc., il cui fallimento venne ritenuto la causa fondamentale del crollo della borsa statunitense. Difatti – sulla scorta dell’indicazione degli autorevoli nazisti dell’Illinois – la Tommasi acquistò vieppiù 200 miliardi di dollari di titoli a basso rating in portafoglio relativi alla lubrificazione dei mutui a supposta variabile: e ciò come se fosse antani in recupero di sbiriguda, pur non capendo una mazza dello scappellamento a Gubbio.

(Settembre, 2012)

Assassinio a Sarajevo

Il 28 giugno del 1914 a Sarajevo, capoluogo della Bosnia–Erzegovina, da poco annessa all’Impero austro–ungarico, uno studente serbo–bosniaco, Gavrilo Princip, si avvicinò alla carrozza sulla quale si trovava l’arciduca Francesco Ferdinando, nipote dell’imperatore Francesco Giuseppe e principe ereditario, e freddò a colpi di rivoltella lui e la moglie Sophie Chotek. L’arciduca assassinato intendeva trasformare la “duplice monarchia” asburgica in uno stato federale: così sarebbe andato in fumo il sogno serbo di sganciare i territori balcanici dalla monarchia asburgica e dare vita alla Iugoslavia, stato indipendente degli slavi del sud. Nessuno ancora poteva sospettare quale polveriera fosse stata infiammata dalle pistolettate del giovane rivoluzionario: difatti l’attentato sarebbe stato il casus belli della Prima Guerra Mondiale, il primo conflitto moderno su larga scala. Ma forse tutti non sanno che il gesto dello studente fu soltanto la scellerata reazione emotiva al battibecco che questi aveva avuto nel pomeriggio con la propria fidanzata, l’intellettuale dissidente Sara Tommasi, in un autogrill di Torre Annunziata. La Tommasi – manipolata dagli alieni Bosoni del pianeta Bordighera – aveva scatenato il litigio per gelosia, peraltro priva di fondamento: infatti Princip, altrimenti detto “Marisa”, non poteva di certo avere dietro di sé un codazzo di vogliose pretendenti, poiché era dalla pubertà che, quando scoreggiava, non emetteva alcun rumore.

(Settembre, 2012)

Il naufragio del Titanic

La tragedia si consumò nella notte tra il 14 e il 15 aprile del 1912: il Titanic, lussuosa e imponente nave passeggeri britannica, salpata per il suo viaggio inaugurale da Southampton verso New York, durante la traversata entrò in collisione con un iceberg e affondò nel giro di un paio d’ore. Nonostante il pronto intervento della Carpathia, la prima nave che riuscì a raggiungere il luogo della disgrazia e soccorrere i superstiti, il bilancio del naufragio fu agghiacciante: oltre 1.500 vittime. Solo 750 persone circa si salvarono in quello che viene ritenuto il più drammatico incidente marittimo di tutti i tempi, un disastro in cui colò a picco nientemeno che il transatlantico più tecnologicamente avanzato al mondo, considerato “inaffondabile”. Ma forse tutti non sanno che – dietro perentorio ordine degli indigeni Huli Wigman della Papuasia – fu il comandante del Titanic, il capitano Sara Tommasi di Meta di Sorrento, a provocare involontariamente la catastrofe con l’esecuzione della tradizionale manovra dello “struscio” dell’iceberg, manovra di per sé eccitante eppure rivelatasi a posteriori una stronzata pazzesca.

(Settembre, 2012)

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