La canoa nel cuore per lanciare i campioni azzurri

Livorno. «Credo di aver fatto un buon lavoro da allenatore, forse un po' meno da atleta»: la modestia è il suo forte. Eppure Roberto Sardi, classe 1945, labronico doc, figura tecnica di rilievo del mondo canoistico livornese, vanta, in qualità di allenatore, ben 15 campionati mondiali e 7 campionati europei. Gli azzurri di canoa che ha formato e accompagnato in giro per il mondo, tirati fuori con destrezza da quel cilindro magico che è lo sport targato Livorno, sono davvero tanti. Così come tanti sono i campionati italiani che lo hanno visto seguire i suoi fuoriclasse del kayak in oltre 30 anni di vita spesa tra puntapiedi e pagaie doppie incrociate.
«Iniziai – racconta Sardi – che ero già "grandino", a 18 anni, precisamente nel '64, approdando all'Unione Canottieri Livornesi. In verità ero un fanatico del canottaggio, per cui avrei preferito faticare al remoergometro e nella vasca per la voga. Ma l'allenatore Vincenzo Raveggi, dato che non sono molto alto, mi consigliò di provare con la canoa».
Già, perché l'anno precedente, il 1963, era stato un anno importante per l'Ucl, durante il quale aveva visto la luce una sezione nuova di zecca dedicata a un'altra specialità: la canoa. E, in un'epoca in cui si sentivano ancora gli echi dei mitici Scarronzoni, il Raveggi e il Kamisky prepararono equipaggi destinati ad imporsi, negli anni a venire, in campo nazionale: Sardi, infatti, brillò nei 1.000 metri col K1 ai Campionati Italiani di Mantova del 1967. L'universo della pedaliera della canoa considerata come terra sotto i piedi era diventato la sua casa: l'amore era ormai sbocciato.
Poi il servizio militare in Marina e il lavoro: giocoforza per alcuni anni la canoa non fu più, per Roberto, la priorità. Ma ecco, nel '79, la svolta: iniziò ad allenare per i Canottieri Portuali. Da allora ne sono passati di anni sul calendario e di canoe sotto i ponti, e Sardi, oggi al Canoa Club Livorno, è stato testimone dell'evoluzione dalla vetroresina alla fibra di carbonio. Ma, soprattutto, ha fatto guadagnare decine di titoli italiani e mondiali ai suoi allievi. Un esempio emblematico? Ai Campionati Mondiali dell'89 in Canada, con Roberto Sardi come tecnico federale, nella rosa italiana di canoa c'erano 4 suoi pupilli livornesi: in effetti, che una sola città sfoggi in nazionale ben 4 atleti nella stessa disciplina non è cosa di poco conto.
«Ancora oggi i miei ex allievi mi ringraziano. Dicono che la canoa li ha formati, li ha temprati nel carattere, li ha messi sulla buona strada. Beh, allora mi pare ovvio che la canoa mi abbia dato tantissima soddisfazione», osserva.
Dagli anni '70 ai giorni nostri, questi gli azzurri allenati da Sardi: Lami, Andorlini, Campaccio, Boni, Manteri, Mancini, Buonomo, Ghelardini, Masoni, Mangani, Pagni, Tani, Raveggi, Lombardi, Del Tongo, Moggia, Pellegrini, De Gennaro, Suncini, Loreto, Scherly, Umpetti, Pierotti, Murra, Galvagno, Giannini, Ornella Ricci e Susy Ricci. Tutti fuoriclasse, naturalmente.

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