Canna e lenza per sentirsi Hemingway

Livorno. «Vergine Benedetta, prega per la morte di questo pesce, per meraviglioso che sia». È una delle battute più emozionanti de «Il vecchio e il mare» di Ernest Hemingway. Un passo in cui l'anziano pescatore esprime con tutto il cuore il proprio oceanico amore-odio per la sua preda, stupenda e terribile a un tempo. Emozioni che soltanto i pescatori di razza possono raccontare d'aver provato. Pescatori di razza come i livornesi, la cui vocazione marinara è inossidabile, essendo il grandangolo della loro tradizione. E per rendersene conto basta fare una capata sugli Scali d'Azeglio, presso la sede provinciale della «Fipsas» («Federazione italiana pesca sportiva e attività subacquee»), capitanata dal presidente Andrea Lami.
Livorno, «fucina di campioni». La «Fipsas» è un organismo risalente al Dopoguerra, che oggi contempla la pesca marittima, fluviale, lacustre e subacquea di Livorno, provincia e Isola d'Elba. E che, contando ben 1.400 iscritti distribuiti tra i 45 circoli del territorio che aderiscono alla «Federazione italiana pesca sportiva / Coni», risulta a tutti gli effetti il più rappresentativo a livello toscano. Soprattutto in virtù dei portentosi «assi della lenza» che, durante questi 50 anni, hanno portato la città di Livorno sugli scudi di mezzo mondo, facendole guadagnare la nomea di «fucina di campioni». Lo scorso anno, infatti, non a caso su 5 componenti della nazionale, 3 erano livornesi. Le specialità dei fenomeni di casa nostra? «Canna» e «pesca dalla barca», nelle quali i campioni labronici danno del filo da torcere a chiunque su scala mondiale. E per gli altri, di solito, son proprio «teste e lische».
Una passione in crisi. Ciononostante, eccezion fatta per l'attività subacquea, si tocca subito un nervo scoperto: difatti la partecipazione alle competizioni sportive è, ahinoi, in calo. Tra i motivi, in cima alla lista le spese da sostenere in trasferta, quasi del tutto a carico dei singoli. Ma anche, per quanto riguarda i più giovani, il calcio e la pallacanestro che, ovviamente, vogliono i ragazzi in campo nei week-end, proprio in concomitanza con le gare di pesca. Per correre ai ripari e, catalizzando la loro passione, prendere all'amo i giovani, la «Fipsas» organizza già da 2 anni, in accordo col Comune, dei corsi per ragazzi (la maggior parte dei quali ha 11-12 anni ed appartiene ad alcune scuole medie statali cittadine), naturalmente allo scopo d'insegnare loro i rudimenti della pesca sportiva.
I «prodigi del mulinello». I corsi della «Fipsas», che sono del tutto gratuiti, hanno registrato quest'anno 38 presenze e riprenderanno regolarmente verso la fine dell'estate. Iniziative lodevoli, non c'è che dire, il cui aspetto formativo non è affatto marginale poiché da lezioni di questo tipo emergono molti insegnamenti in seno al rispetto per l'ambiente e per il prossimo; uno su tutti, per esempio, il gesto nobilissimo di restituire la vita alle prede più piccole. E oltretutto perché questi corsi permettono ai più dotati di diventare degli autentici «prodigi del mulinello», magari in quelle specialità che adesso vanno per la maggiore nel livornese, come la «canna da riva» o il «surf-casting» (tecnica - quest'ultima - che si esegue dalla spiaggia con canne da lancio e con esche a fondo).

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