Arte, musica e soggiorni estivi

Livorno. Che la solidarietà debba erigere le sue fondamenta sopra l’altruistica fertilità d’un rapporto a doppio senso di marcia - ovverosia sul dare e ricevere - è cosa manifestamente incontrovertibile. Poiché ogni forma d’appoggio donata a un ragazzo disabile non è terapeutica soltanto per l’interessato ma, senza ombra di dubbio, altresì per il volontario che ha avuto il cuore d’orchestrarla, in barba al piatto menefreghismo dilagante.
Dopo un’esperienza di questa levatura, l’occhiata rivolta ad una carrozzella s’impreziosisce d’un valore aggiunto impressionante, che permette di scansare la velina della perplessità e arricchirsi di tutta la palpitante umanità racchiusa in un animo, suo malgrado, sfortunato. Preambolo dal quale prendono le mosse le diverse attività del «Volontariato della Commissione Caritas per l’Handicap» di via Liverani, una delle diramazioni della Caritas Diocesana, associazione attivissima e polivalente che oltretutto si occupa del Terzo Mondo, dei tossicodipendenti, dei carcerati, dei settori a rischio e via dicendo.
«Il giovedì e il sabato - esordisce l’ingegner Marco Massei, da circa un anno e mezzo responsabile della struttura di Villa Liverani - organizziamo delle attività pomeridiane nelle quali una trentina di ragazzi disabili, che non hanno inserimenti professionali, interagiscono con i giovani volontari - circa sessanta e dell’età media di poco più di vent’anni - facendo musica, esercizio teatrale ed esprimendo la propria creatività manuale. Un’occasione per stare insieme e fare qualche ora di garbata baldoria tra amici».
Ma il fiore all’occhiello delle iniziative promosse dal gruppo della Caritas per l’Handicap è il soggiorno estivo che si svolge a Castiglioncello, Rosignano e Vada, in programma nelle ultime tre settimane di luglio, che coinvolge in tutto una quarantina di disabili e ben centoventi volontari. «Una volta all’anno - prosegue il responsabile con l’entusiasmo tipicamente innato di coloro che credono in ciò che fanno con straordinaria convinzione - andiamo in vacanza al mare. Ogni giorno delle tre settimane pianificate facciamo il giro della città col pullman e con i «pollicini» per prelevare da casa i ragazzi. Quasi tutte le strutture balneari alle quali ci rivolgiamo ci fanno entrare senza pagare e, per quanto riguarda il pranzo, ammortizziamo i costi andando a mangiare alla mensa di Rosignano. Poi, in serata, torniamo a casa. In merito alle spese, si usufruisce dei contributi del Comune - che, per questa attività, mette a disposizione circa cinquecentomila lire a ragazzo - e, chiaramente, della Caritas stessa: ma, in sostanza, il nostro impegno è rivolto nell’essere più autosufficienti possibile. A meno che non vi sia la necessità d’una spesa importante e vitale per la continuità del nostro operato; allora cerchiamo di raccogliere fondi mediante iniziative di vario genere, come la partecipazione a «Magenta in strada», volta a farci un po’ di pubblicità, e l’incontro calcistico dello scorso anno che noi volontari abbiamo disputato sul campo di Banditella contro la squadra del «Livorno Calcio». Una bella festa, un evento esaltante, soprattutto per la vivace partecipazione e la gentile complicità del Livorno».
Cene di gruppo, appuntamenti al cinema, gite in varie città d’Italia: di certo questa struttura non difetta di ricchezza d’idee, di cordiale disponibilità e soprattutto di quel dinamismo costruttivo che fornisce energia pulsante al contraccambio di emozioni. «Vivere l’handicap come si vive qui - questa l’osservazione di Massei - è assai diverso dall’osservarlo dal di fuori. Avvicinandosi a questo mondo si possono vedere le cose da un’angolazione completamente differente. Quindici anni fa, quando ho iniziato a fare volontariato, persino io non ero del tutto convinto di quello che stavo facendo, perché spesso si hanno delle remore ad affacciarsi alla sfera esistenziale dei disabili. I quali, invece, con la loro spontaneità immediata, non hanno incertezze e ci fanno sentire all’istante a nostro agio. Ciò che c’è da guadagnare in un simile scambio di calore umano non ha prezzo, ha un valore inestimabile».

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