Quattromila anziani assistiti dall’Auser

Livorno. «Tutti dicono che bisogna fare di più per gli anziani e per affrontare l’aumento dei casi di solitudine. Nei fatti, invece, ci si comporta in modo contrario a quel che occorre a queste persone e alle loro famiglie. Ma noi non ci arrendiamo». Così si parla in casa Auser, l’associazione Onlus di volontariato e promozione sociale che da anni dà del filo da torcere ad ogni forma di esclusione sociale. E favorisce la diffusione d’una cultura della solidarietà affinché ogni età abbia un valore e ogni persona rappresenti una risorsa per sé e per gli altri.
Tutto cominciò nel 1991. Ispirato a principi di tutela dei diritti, di equità sociale e di rispetto delle differenze, di sviluppo delle opportunità e dei beni comuni, questo sodalizio si impegna nel valorizzare gli anziani e nel far crescere il loro ruolo attivo nella società. L’associazione vide la luce nel lontano 1989 per iniziativa della Cgil e del sindacato dei pensionati Spi–Cgil, ma tuttavia in città approdò due anni dopo, nel 1991. Cioè quando Gino Niccolai, allora funzionario Cgil, chiese a Luciano Cipolli, che era stato segretario provinciale Cgil negli anni ‘70 e ‘80 e poi consigliere regionale del vecchio Pci, se fosse disposto a costituire l’Auser comprensoriale di Livorno e a farne il presidente. La cosa, inutile dirlo, andò in porto. E, con l’andare degli anni, il progetto è cresciuto sui versanti dell’organizzazione, dell’efficienza e dei risultati, accreditandosi nei confronti delle istituzioni pubbliche.
Passi da gigante. Oggi l’Auser territoriale Livorno–Bassa Val di Cecina (che, portando il suo contributo a Orciano, Fauglia e Lorenzana, si muove a macchia di leopardo anche sul territorio pisano), svolge la sua attività in 8 aree comunali, conta 3.445 iscritti e può vantare una task–force di 471 operatori volontari che seguono complessivamente 4.461 cittadini in difficoltà, in prevalenza anziani soli. I servizi prestati, concepiti come integrazione a quelli forniti dalle strutture sanitarie, sono molteplici: dal fare compagnia a persone inferme al portarne altre a fare la spesa o a sottoporsi a visite mediche. Servizi che, mano al pallottoliere, nel tempo sono aumentati in maniera vertiginosa: ad esempio, il bilancio sociale 2002 dell’Auser livornese chiuse con 19.850 servizi eseguiti, per un totale di 33.663 ore prestate a livello domiciliare. Nel 2004 questi dati erano già lievitati, rispettivamente, a 23.692 e a 40.943. E il bilancio 2005 promette già di mantenere questo trend, considerato il fatto che dall’anno scorso ad ora il gruppo di Livorno ha visto crescere il numero degli operatori volontari da 306 a 471. Per non parlare di quello dei cittadini assistiti, passato dai 3.556 del 2004 ai 4.461 attuali. Insomma, un bel traguardo, specie se si confrontano questi dati con quelli nazionali; infatti, attualmente, in Italia Auser significa 1.200 sedi, 250mila iscritti e 60mila volontari operativi.
Il nuovo presidente. A maggio di quest’anno la carica di presidente è passata da Cipolli a Niccolai, oggi pensionato Eni, azienda dove rientrò a lavorare dopo il distacco sindacale per la Cgil. «Questa associazione – ha spiegato Niccolai – parte dagli anziani, cioè da persone che hanno concluso la loro vita lavorativa e, quindi, hanno tempo a disposizione da dedicare al prossimo. Su questo piano, la posizione dell’Auser è già da considerarsi importante». «Si può fare di più – ha aggiunto – specialmente pigiando sul discorso «integrazione». Ovvero: non più soltanto «cura» di problemi già manifesti, ma «prevenzione». E, in questo senso, la prevenzione si può fare solo se si inserisce un elemento culturale. Vale a dire, secondo me, quello relativo all’integrazione tra generazioni, per acquisire la consapevolezza che, ad esempio, la solitudine prima o poi arriva per tutti. Ma per «fare integrazione» c’è bisogno di tanta informazione e tante occasioni d’incontro e confronto».

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