Gatto Ciccio, vecchio micio salvato dal freddo

Livorno. Ciccio sarebbe venuto a mancare. La neve e il gelo dei giorni scorsi lo avrebbero spazzato via. Ma non è andata così. E questo grazie al buon cuore dei volontari della LAV, di alcuni amanti degli animali e di Paolo Morelli, scrittore e giornalista. Oggi Ciccio ronfa al caldo sopra un cuscino gigante, nella sua nuova casa. E forse non si è nemmeno reso conto della fortuna che ha avuto.
Ma chi è Ciccio? «Ciccio è un maturo gatto randagio, maschio, grigio tigrato, di taglia media, avvezzo alla dura legge della strada. È un bel gatto, sembra una piccola lince. È zoppo, probabilmente per le conseguenze di un incidente stradale», racconta Paolo. «Combatte il freddo facendo suoi gli spicchi di sole dei prati e del cemento: fa pena, a vederlo si stringe il cuore. Assai diffidente, è tranquillo di carattere e preferisce sempre il profilo basso all’affilarsi le unghie per ingaggiar battaglia: in sintesi, è parecchio intelligente, il che gioca senz’altro a favore della sua sopravvivenza». Ciccio bazzica il rione Scopaia, specialmente via Scozia, via Inghilterra e via Norvegia, dove alcune famiglie gli danno del cibo quotidianamente. Si dice addirittura che da 3-4 anni sia un aficionado del quartiere.
A Paolo, che abita in zona, viene in mente di adottarlo. Presto l’idea prende forma e, grazie alla gentile cooperazione e alla puntuale consulenza di alcuni volontari della LAV (la Lega Anti Vivisezione che si batte contro ogni forma di sfruttamento e violenza nei confronti degli animali) e, in particolare, all’aiuto determinante di una famiglia del posto che nutre affetto nei suoi confronti, lo porta nella propria casa.
«Ciccio – dice Paolo – ha avuto davvero fortuna. L’ho portato in casa e, dopo meno di due settimane, è arrivata l’ondata di neve e gelo. È un gatto un po’ anziano: non ce l’avrebbe fatta a sopportare il freddo dei giorni scorsi. Noi tutti, inconsapevolmente, non gli abbiamo regalato una “nuova vita”: gli abbiamo regalato “la vita”». «In casa – aggiunge – nei primi giorni era perplesso. Ma non ha mai reagito in maniera eccessiva. Ora, dopo circa un mese, durante il quale ha già ricevuto le prime cure mediche, si è già ambientato e fa il ribaldo: si fa accarezzare tranquillamente, dorme su sedie, divani e dove capita, apprezza la compagnia e, data l’intelligenza non convenzionale, reclama attenzione miagolando per chiedere il permesso di fare qualcosa. Insomma, dopo una vita di stenti, sta ingrassando e se la gode».

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