Sono Jack lo squartatore!

(tratto dalla raccolta di racconti "Se fossi Nick Mano Fredda")
 
Jack può beneficiare del dubbio.
Che nottata, ragazzi. Di quelle che persino la pelle ti puzza di fumo. Bevi un bicchiere superalcolico di folla, sudi come una mortadella, parli di cose vuote e scadute alla stregua d'un logorroico e, le rare volte in cui hai la mente lucida, ti domandi per quale bizzarro motivo stai vegetando in mezzo a tanti automi. Ti guardi troppo allo specchio e, per una curiosa contaminazione dell'anatomia, finisci per vederci una scimmia. L'unica nota positiva è che il tempo scivola via copiosamente, per fortuna. O purtroppo; ma in fondo, chi lo sa...
Jack si nutre unicamente di menzogne.
Molti uomini hanno una vita di quieta disperazione per paura d'aver ragione, perché Loro vogliono così. Inafferrabili come una primula rossa, difficilmente localizzabili: Loro. È solo uno scialbo pronome personale, ma riassume tutta la paura disseminata in questo covo di villania e degrado, dove difendere i propri diritti è diventato un reato. Colpevoli per forza, si è già defunti prima di morire. D'altronde siamo soltanto una manciata di polvere cosmica, insignificante se paragonata all'universo. E grazie al cielo poi, in ultima istanza, prima della grande interpretazione, c'è Dio. Iahvè, Colui che è, l'essere più divino che esista. Bisogna avere fede nel cuore di Dio, che è tanto grande...
Jack viene fabbricato ogni giorno in milioni di esemplari.
Ogni azione ha la sua conseguenza. E quando questa si genera, non sempre la gente se ne accorge, o la capisce, o l'accetta. Esiste un confine invisibile che segna la tua esistenza e non lo vedi finché non lo hai oltrepassato. Da quel momento in poi, l'unica sicurezza che hai è che non sei più sicuro di niente, neppure del tuo stesso operato, che comincia a essere soggetto a censura. Una censura ipocrita che ammonisce pensieri che non occorre riferire e azioni che non si è obbligati a nominare...
Sei irreversibilmente cambiato, ecco tutto. 
 
* * *
 
La storia è un vecchio cane con le pulci: ogni tanto si dà una grattatina per placare il prurito e poi si rimette a dormire. Da ciò si evince che siamo inchiodati a una replica interminabile come Gesù Cristo alla croce. Per questo il potere, con cadenza piuttosto ciclica, può finire nelle mani sbagliate, oppure può far perdere il controllo anche a chi, in condizioni normali, è una persona perbene. Per questo la gente imbraccia un fucile e fa una strage in un supermercato dopo un pasto a base di carne di mucca pazza. Per questo il passato si ripete e imbratta di sangue i giorni che ci attendono. È soltanto questione di tempo; il male riaffiora sempre...
C'è chi diventa megalomane a similitudine del Re Sole. C'è chi si inventa le leggi, le fa rispettare con grottesca severità ed è il primo a non osservarle. C'è chi fa dell’abuso d’autorità la meta nirvanica del proprio operato. C'è inoltre chi non chiarisce mai le questioni a quattr'occhi ma, pavido a dismisura, ti fa colpire sempre di rinterzo da Loro: e questo perché non è un uomo, ma un bambino timoroso che non esiste senza babbo e mamma, un kapo’ col miele sulle labbra che medita di seppellirti vivo nel cimitero di White Chapel. È Jack, il falso, l’infame. Caro Jack, più sei imbecille, più la gente ti amerà...
 
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Jack ti dà l'impressione di far qualcosa d'illegale.
D'un tratto la musica si dissolve e un mantello di colori lo avvolge nel silenzio, nell'atto di proteggerlo: è arrivato lo spacciatore di luce. Colui che vende le perle di luce, il digestivo dei bambini tristi, la felicità. Che esalta il dolore di chi convive da troppo tempo con le proprie delusioni e lo rintrona di lacerante poesia sino alla fine del copione. Anche lui è un Jack, però di ceppo differente. Tenta di incollarsi a me, ma lo ignoro: preferisco combattere sino alla morte, che scappare. Come gli artisti, sono affamato di verità. 
Jack è potente perché Loro rendono forti quelli che amano.
È ingannevole pensare che l'orrore sia sempre e comunque connesso al buio, al silenzio, all'isolamento. L'orrore è scaltro, gioca benissimo a nascondino e ci sfiora ogni giorno a nostra insaputa: è la festa dell'odio negli occhi di un fanciullo. Ed è la contingenza a determinarne la gravità. Un tizio che in tempo di pace si distingue per attitudini moralmente ignobili, inserito all'interno d’un conflitto bellico diventerà proselito indiscusso d'un regime criminale. Il Jack perfetto, il carnefice, lo squartatore. Quanto più grande è il potere, tanto più grande è il sopruso.
Jack possiede una natura che non tollera surrogati.
Solo, in auto, sto tornando a casa. L'orologio digitale segna... le 03:60.
Le 03:60?! ... Accidenti, il minuto anomalo!
Stento a crederci. Finalmente il tempo ha preso a pedate il vecchio cane pulcioso e per una volta non si è prolungato in migliaia di echi. L'anello dell'inflessibilità si è pertanto spezzato, lasciando fuggire il lordume. Non mi sentirò mai più come un mimo senza braccia e senza gambe. Mai più. Adesso ho una nuova parte da interpretare. Una parte in cui non vi sono regole da rispettare né censure da temere...
Sono irreversibilmente cambiato, ecco tutto... Sono Jack lo squartatore!
Accosto accanto a una cabina telefonica e scendo dal mezzo. Annuso la fresca umidità notturna e lo smog che si mescola alla nebbia in galleggianti sospensioni aeree. Il manto stradale sembra il dorso d'un gigantesco serpente nero. Risoluto, infilo la scheda, compongo il numero e attendo. Sono eccitato, non lo nego. Mi faccio pure ribrezzo. È la mia resurrezione, dopotutto.
— Pronto? Chi è?
Curioso: la voce non è per niente assonnata.
— Ciao, Jack! Se hai qualcosa da nascondere, comincia pure a preoccuparti!
Dall’altra parte, l’immediata risposta:
— Aspetta un secondo: dammi il tempo d’avere paura... OK, tempo scaduto. A presto, mentecatto!
 

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