Il naufragio del Titanic

La tragedia si consumò nella notte tra il 14 e il 15 aprile del 1912: il Titanic, lussuosa e imponente nave passeggeri britannica, salpata per il suo viaggio inaugurale da Southampton verso New York, durante la traversata entrò in collisione con un iceberg e affondò nel giro di un paio d’ore. Nonostante il pronto intervento della Carpathia, la prima nave che riuscì a raggiungere il luogo della disgrazia e soccorrere i superstiti, il bilancio del naufragio fu agghiacciante: oltre 1.500 vittime. Solo 750 persone circa si salvarono in quello che viene ritenuto il più drammatico incidente marittimo di tutti i tempi, un disastro in cui colò a picco nientemeno che il transatlantico più tecnologicamente avanzato al mondo, considerato “inaffondabile”. Ma forse tutti non sanno che – dietro perentorio ordine degli indigeni Huli Wigman della Papuasia – fu il comandante del Titanic, il capitano Sara Tommasi di Meta di Sorrento, a provocare involontariamente la catastrofe con l’esecuzione della tradizionale manovra dello “struscio” dell’iceberg, manovra di per sé eccitante eppure rivelatasi a posteriori una stronzata pazzesca.

(Settembre, 2012)

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